Episodio 113 di "CSI : Scena del Crimine"
s05e21 Ai limiti della follia

Mentre fa il suo consueto giro di controllo nell’ospedale psichiatrico per criminali dove lavora, un’infermiera trova uno dei suoi pazienti morto nella sua stanza. Accucciato accanto al cadavere c’è un altro paziente con le mani sporche di sangue e il sorriso compiaciuto. Sara e Grissom vengono accompagnati a Brass in questa struttura per far luce sull’accaduto, e cominciano ad esaminare i vestiti del presunto colpevole, che risultano privi di laute tracce di sangue: questo perché il colpevole non è lui, ma con tutta probabilità si è limitato a giungere in seguito sulla scena del crimine e a tingersi le mani nel sangue, sua ossessione. Dall’esame autoptico risulta che la vittima è stata prima soffocata e solo in seguito l’assassino gli ha sbattuto la faccia contro il pavimento. Mentre Sara esamina la scena del crimine, Grissom e Brass tentano di interrogare gli altri pazienti, cosa molto ardua viste le loro patologie. Nello stomaco della vittima Robbins non trova tracce dei medicinali che vengono normalmente prescritti al paziente, ma solo aspirine e ipobrufene: così la scoperta che uno degli infermieri rubava r rivendeva gli psicofarmaci fa di lui il primo sospettato: l’uomo poteva aver ucciso il paziente poiché aveva scoperto ciò che faceva ma l’infermiere continua a dichiararsi innocente. Allora gli agenti esaminano le camere degli altri pazienti: in quella di uno stupratore trovano numerose lettere inviategli dalla madre, il cui rapporto morboso e incestuoso l’aveva portato alla sua follia. Sara decide di esaminare alcuni fascicoli, ma mentre Grissom si allontana per un attimo da lei, lo stupratore le si avvicina e cerca di aggredirla, puntandole un coltello alla gola. Solo quando sopraggiunge una delle infermiere l’uomo si distrae e Sara riesce a fuggire... ancora sconvolta, racconta a Grissom il motivo del suo disagio...: quando era piccola, la madre venne internata in una struttura come quella e tutto le aveva riportato alla mente quegli anni terribili. Nel frattempo delle tracce di rossetto sui boxer della vittima fanno pensare a una relazione segreta fra lui e una delle infermiere: il rossetto coincide infatti con una di loro, nient’altro che la madre dell’aggressore di Sara che con una falsa identità si era infiltrata nell’ospedale per stare vicino al figlio e gli aveva fatto uccidere uccidere l’altro paziente perché turbava, secondo lei, il loro morboso rapporto…