Episodio 65 di "CSI : Scena del Crimine"
s03e19 Una serata al cinema

In un piccolo cineclub, dove si è soliti proiettare vecchi film, un uomo, seduto in fondo, viene ucciso... ad accorgersi della sua morte è la maschera, che sente trillare il suo telefono e gli si avvicina per farglielo spegnere. Catherine e Grissom si mettono al lavoro, scoprendo che l’uomo, Gas Sugarman, un dentista di Las Vegas, è stato ucciso da una perforazione da oggetto appuntito alla base del collo, dalla quale l’assassino ha strappato qualcosa, forse una collana, lasciando anche l’arma del delitto, un cacciavite. Uno degli spettatori racconta a Brass di ricordare una donna coi capelli rossi che si era alzata a metà film. Dai tabulati telefonici, gli agenti risalgono Audry Hilden, una paziente del dentista che aveva chiamato Gas 4 volte consecutive, senza però ottenere risposta. La donna aveva chiamato Sugarman perché dispiaciuta di avergli dato buca per la serata dopo che lui l’aveva invitata... quello che è strano è che la donna aveva querelato Gas per molestie sotto anestesia, e sembra bizzarro che lei abbia accettato di andare al cinema con la vittima, anche se poi aveva ritirato la denuncia per via di una contro querela. Così Catherine e Grissom tornano nella sala, e trovano, in un bidone, i guanti che l’assassina “rossa” indossava. Tuttavia le telefonate forniscono un alibi ad Audrey, la quale era stata chiamata dopo il delitto proprio da quel telefono. A casa della donna, però, gli agenti la trovano morta, impiccata alla balaustra della scala. Tutto fa escludere un suicidio, e le cellule epiteliali sulla corda incastrano una ballerina di varietà, Kelly Goodson la cui crema per le mani coincide anche con quella trovata all’interno dei guanti del delitto di Gas. Inoltre, un volantino a casa di Audrey fa capire agli agenti il movente: Kelly aveva ucciso Gas, ma, in cambio, Audrey doveva eliminare un altro uomo, che aveva molestato la ballerina... in tal modo tutt’e due avrebbero avuto un alibi. Ma poi Audrey si era rifiutata e Kelly l’aveva uccisa, incastrandosi con le sue mani. Nel frattempo, una scena del crimine alquanto complessa attende Nick, Sara e Warrick: in un magazzino sulla strada, Timmy Mc Callun, un giovane adolescente, giace morto sul pavimento, letteralmente sommerso di bozzoli, come anche le pareti del luogo, ridotte come un formaggio groviera tanto sono state crivellate di colpi. Sulla scena del crimine, Sara trova una lunga asta di legno, mentre Nick e Warrick contano un centinaio di colpi... intanto Robbis scopre che Timmy è stato ucciso da una proiettile sparatogli alla schiena e dall’alto, dopo numerose percosse. Il Dna su alcune bottiglie rinvenute sulla scena del crimine conduce gli agenti al fratello della vittima, Kevin, che confessa di aver portato lui Timmy al magazzino, la sera del delitto, e di averlo lasciato lì con le bevande. Sotto pressione, confessa anche i nomi degli altri ragazzi che erano col fratello, intenti in un gioco suicida: mettevano sull’asta una mitraglietta che cadeva girando dall’alto, e uno di loro, stavolta Timmy, stava nel mezzo del magazzino, sperando di non essere ucciso…Cosa che non accadde…