Episodio 40 di "CSI : Scena del Crimine"
s02e17 Chi è senza peccato

In un monastero buddista, 4 monaci vengono uccisi con un colpo di pistola proprio in mezzo alla fronte mentre i loro corpi vengono adagiati come in posa, a formare un cerchio. Gli unici superstiti della strage sono il cuoco e il quinto monaco, uscito dal monastero per fare la spesa. Grissom e la sua squadra iniziano proprio a interrogare quest’ultimo, che, con calma incredibile racconta loro che il monastero aveva avuto molti problemi con alcuni teppisti del quartiere, che molto spesso creavano disordini e compivano bravate intorno all’edificio o anche al suo interno. Analizzando la scena del crimine, infatti, Sara scopre un chewinggum appiccicato a una statuetta di un Budda d’oro e alcune impronte di stivali intorno ai cadaveri, nella quali strane sostanze vengono ritrovate e mandate ad analizzare in laboratorio. Grissom e Brass, intanto, interrogano un barista vicino al monastero, che si lamenta di come la presenza dei monaci spinga molti clienti a non frequentare più il suo locale... di tutt’altro avviso è il figlio, amico dei monaci e frequentatore del monastero, e, alcune delle impronte sulla scena del crimine appartengono a lui. Tuttavia la scientifica non è convinta della colpevolezza del ragazzo, e quando le analisi della sostanza sulla seconda serie di impronte è analizzata, i sospetti iniziano cambiare direzione. Tale materiale è riso, lo stesso che preparava il cuoco, cuoco che, proprio il giorno prima era stato licenziato dai monaci per aver rubato dei soldi... così, per vendicarsi l’uomo li aveva uccisi. Nel frattempo, Catherine riapre un vecchio caso e una vecchia ferita: l’omicidio di una sua collega e amica ai tempi in cui la criminologa faceva ancora la ballerina. A spingerla all’indagine è un poliziotto amico di entrambe, (proprio colui che la spinse a fare la detective) sicuro della colpevolezza dell’uomo che per tale delitto e altri era stato arrestato... tuttavia per quello specifico crimine si era sempre dichiarato innocente. Allora Catherine riesamina tutte le prove, soprattutto il coltello del sospetto sporco del sangue dell’amica... analizzandolo a fondo, la donna scopre, con sorpresa, che il sangue non aveva bagnato la lama per penetrazione, ma vi era semplicemente stato cosparso, segno che qualcuno il sangue l’aveva messo per incastrare l’uomo... e tale persona poteva essere una sola: il poliziotto amico di Catherine, l’unico ad avere accesso alle prove. L’uomo aveva trovato la giovane morta e, convinto della colpevolezza del sospetto, aveva fatto di tutto per incastralo, lasciando così fuggire il vero assassino…